Un pò di anni fa cominciai a cucire dei cuoricini di stoffa. L’ispirazione
si presentò grazie ad un momento un po’ difficile.
Possono
nascere tanti fiori dai momenti difficili se impariamo a trasformarli e vederli
come opportunità.
Ero un
po’ giù e un’amica mi invitò ad “incontro d’ispirazione”. Chiusa nel mio
malessere non volevo andare, ma lei fu abbastanza convincente e diciamo che
quasi decise per me, così l’assecondai.
A
quell’incontro venne un ragazzo indiano con diverse buste piene di cuori di
stoffa cuciti a mano. Si poteva percepire il buon intento con cui erano stati
fatti. Li aveva portati per regalarli a coloro che partecipavano all’incontro.
Quei
cuori finirono per essere la mia ispirazione.
Appena
rientrata mi informai su come crearli e cominciai a farne diversi diventando
sempre più pratica. Ricordai nel frattempo di qualcosa che mi accadde un giorno
quando ero volontaria in un rifugio per pellegrini ai confini con la Galizia.
Era un
giorno di metà novembre e pioveva a dirotto. C’era una giovane ragazza, avrà
avuto su per giù diciannove anni e stava facendo il cammino di Santiago con la bici. Mi
chiesi come avrebbe fatto a continuare il cammino con tutta quella pioggia. La
tappa che si presentava era anche abbastanza impegnativa in quanto consisteva
in diversi chilometri di salita.
Lei però non sembrava troppo preoccupata e sentivo ammirazione per quella tranquillità che mostrava di avere.
Lei però non sembrava troppo preoccupata e sentivo ammirazione per quella tranquillità che mostrava di avere.
Era un
giorno in cui mi sentivo particolarmente triste. Sentivo la mancanza di alcune persone a cui mi sentivo legata.
A volte
ci sentiamo tristi e bisogna solo vivere ciò che sentiamo, senza analizzare
troppo ne dargli troppa importanza, sentirlo con la consapevolezza che si
tratta solo di un momento legato a condizioni e che, in quanto tale, cambierà.
La
giovane ragazza si accorse del mio stato d’animo e parlammo un po’. Era davvero
dolce. Si percepiva avrebbe voluto fare o dire qualcosa per alleviare quella
tristezza, ma non sapeva cosa. Stette in silenzio un momento, poi il suo
sguardo cambiò come se avesse avuto una buona idea. Cominciò a frugare nelle
tasche finché tirò fuori qualcosa e con un sorriso allungò il braccio verso di
me e aprì il pugno.
Nella sua
mano c’era un cuore blu di plastica rigida. Mi raccontò che glielo aveva
regalato una ragazza che aveva conosciuto lungo il cammino e mi disse “penso
che ora tu ne abbia più bisogno di me”.
Sentii il
mio cuore riempirsi di gratitudine. Le chiesi se era certa di volerlo dare a
me, e lei mi rispose di si.
Finì di
preparare la sua bicicletta, ci abbracciammo e andò via.
Mi resi
conto così che l’amore era ovunque, non solo li dove mi aspettavo ci fosse, e
che dovevo rimanere aperta a riceverlo. Ed era quell'aspettativa, quel
desiderio di riaverlo ancora laddove lo avevo avuto in precedenza, quel senso
di mancanza e nostalgia che creavano la tristezza e la sofferenza. Ma se
rimanevo aperta al momento presente senza aspettative sarebbe arrivato proprio
li dove non me lo aspettavo.
Non è che
le cose non arrivino o non ci siano, e che spesso l’aspettativa di ottenerle
altrove o da qualcun altro offusca il momento presente, che è l’unico momento
in cui le cose davvero accadono ed esistono.
Mi
ripromisi che avrei regalato quel cuore a qualcun altro se avessi percepito ne
avesse bisogno, come una sorta di catena. Così fu. Lo regalai ad un’amica a cui
raccontai la storia della giovane ragazza, dicendole che anche lei avrebbe
potuto regalarlo a qualcun altro a cui sentiva di donarlo.
Quando
cominciai a fare i cuori di stoffa ripensai a quella storia e che in un qualche
modo avrei potuto continuare quella sorta di catena. Cominciai così a
regalarli.
Fare quei
cuori è diventata una sorta di meditazione per me, qualcosa che sento mi fa
bene, e mi piace regalarli come incitamento ad ascoltare il cuore. Ed è anche
da quei cuori di stoffa che è nato il nome del progetto “il cammino del cuore”.
I cuori
di stoffa sono una sorta di ispirazione nata da due atti d’amore, quello del ragazzo
indiano e quello della giovane pellegrina.
Basta un
solo puro e disinteressato atto d’amore per dare il via ad una catena, non è
importante quanto grande esso sia.
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