UNA MANO SUL CUORE


Cio' che mi colpì di quel ragazzo appena conosciuto e con cui mi sarei ritrovata a viaggiare insieme, fu un gesto che fece. 
Nel mettere lo zaino nel portabagagli avevo battuto forte la testa al portellone. 
Sull'autobus, seduta accanto a lui, mi toccai la zona dolorante. Senza dire nulla alzò il bracciò e posò la mano sulla testa toccando la ferita che si era gia' gonfiata, e la lasciò li per qualche minuto, rimanendo in silenzio e con gli occhi chiusi. 
Mi sentii un po' in imbarazzo sotto quel tocco, lui invece aveva un'espressione tranquilla e serena, come se fosse la cosa più naturale del mondo posare la mano sulla testa di una sconosciuta che si era appena causata un bel bernoccolo. 
Non capivo se avesse dimenticato di aver posato la mano sulla mia testa, se la botta mi avesse causato anche delle allucinazioni o se in qualche modo mi stesse come curando. 
Fatto sta che mi arresi a quel tocco, non mi ribellai né pronunciai una parola, nemmeno diedi spazio alla mente di costruire interpretazioni di ciò che stava accadendo, semplicemente rimasi li, fluendo con quel momento di magia, e sentii un'energia bella, qualcuno si stava prendendo cura di me ed era piacevole, dolce, delicato. E il dolore passo' in fretta.

Il dolore passa piu' rapidamente se c'e' qualcuno a posare una mano sul cuore. Senza parlare. L'unica cosa di cui abbiamo bisogno nel dolore e' un gesto delicato, un abbraccio, perche' basta l'amore a spingerci a reagire rispettando i nostri tempi.
Spesso si ha paura della sofferenza, non solo della nostra, ma anche di quella degli altri. Allora ci dimentichiamo di abbracciare e forziamo le persone a reagire, rivediamo in loro una parte di noi o abbiamo paura di essere contagiati da quel dolore. Ma per abbracciare abbiamo bisogno di essere coscienti di essere esseri unici, ognuno con un proprio cammino che, per quanto possa essere condiviso per momenti o per una vita intera, resta sempre individuale e nulla puo' contagiarci se non nella misura in cui noi gli permettiamo di farlo.
Non possiamo togliere il dolore a nessuno, ma possiamo insegnargli a viverlo e che nella vita si puo' sempre scegliere come vivere cio' che accade. Non possiamo risolvere la vita di nessuno, ma possiamo seguire il nostro cammino e dare un esempio. Non possiamo forzare qualcuno a cambiare affinche' si adatti alla nostra vita o al nostro ideale di vita, ma possiamo aiutarlo a sentirsi libero di seguire il proprio cammino, accompagnarlo in alcuni tratti coscienti che stiamo scegliendo di farlo e percio' senza forzare la sua maniera d'essere e senza aspettarsi nulla in cambio se non cio' che si esprime con naturalezza. 
Il fatto e' che solo quando siamo in pace con noi stessi, quando siamo capaci di accogliere e stare anche le emozioni scomode senza lasciarci trascinare da esse, allora riusciamo ad abbracciare, accompagnare e insegnare, a non prendere le cose sul personale, a non cercare di controllare e cambiare negli altri cio' che non riusciamo a controllare e cambiare in noi stessi.

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