OGNI POSTO E’ UNA MINIERA




"Ogni posto è una miniera. Basta lasciarsi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da te ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa lo specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinnanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove.
La miniera è esattamente la dove si è : basta scavare. "



Ebbi la fortuna di avere una coppia di amici proprietari di una piccola casa nell'isola più piccola delle Canarie. Il loro progetto era quello di lasciare la casa a disposizione di coloro che avevano bisogno di un periodo di tranquillità ed eremitaggio.
Erano almeno un paio di anni che mi proponevano di andare, ma ero presa da altre cose. Alla fine questo posto cominciò a chiamarmi e la vita a mandarmi segnali, così dopo alcune resistenze, sempre c'è una sorta di resistenza al nuovo, partii.
La casa era preziosa, un piccolo monastero. Il primo giorno fu bellissimo, avevo uno spazio che per un certo periodo sarebbe stato solo mio e che mi sarei potuta gestire come sentivo.
Ma una casa è solo una casa, per quanto bella e accogliente possa essere.
Il secondo giorno arrivò la calima, un vento africano fortissimo. Fui costretta a restare in casa e l'unico momento in cui tentai di uscire nel giardino, la porta mi si chiuse alle spalle con la chiave infilata dentro. Fui costretta a chiamare i vicini che, con grande disponibilità, mi aiutarono a rientrare. Era come se l'isola volesse mettermi alla prova. Cominciai a sentirmi da un lato scacciata dalla casa, dall'altro prigioniera di quelle pareti. Quell'isola, o almeno quella parte che riuscivo a vedere, mi sembrava piccolissima. Cominciai a chiedermi dove fossi capitata, immaginavo sole e buon tempo, invece trovai nuvoloni, freddo, vento e nebbia.
In quell'atmosfera la mia mente impaziente cominciò a generare negatività e, il sentirmi chiusa in quattro mura in un posto dove non conoscevo nessuno, amplificò tutto.
Sul traghetto che mi portò sull'isola avevo conosciuto una donna francese che si recava li per pochi giorni per visitare un amico. L'avevo notata nel bagno del porto, spesso mi capita di notare una persona e avere una sensazione, percepire una sorta di affinità, un sentire di aver qualcosa da condividere con quella persona. Nella fila per salire sulla nave la ritrovai davanti a me e da li cominciammo a parlare. Arrivate al porto mi aiutò a trovare un passaggio per giungere al paesino dove si trovava la casa, lei sarebbe scesa al paese successivo. Prima di separarci mi disse che mi sarebbe venuta a trovare nei giorni seguenti.
Pensai che mi avrebbe fatto piacere rivederla, era l'unica persona che conoscevo li. Ma non avevo nessun modo di mettermi in contatto con lei, ne in realtà le avevo spiegato dove fosse la casa, quando arrivammo nemmeno io avevo ben chiaro dove mi trovassi. Ricordai però la data del giorno in cui doveva partire, così pensai che avrei almeno potuto farle un cuore di stoffa e portarglielo al porto per ringraziarla e salutarla.
Avvolta in quella nuvola di negatività mi sembrava a tratti una cosa inutile. Quando siamo nella negatività tutti i piccoli passi per uscirne ci sembrano inutili. Ma per me, il sol creare quel cuore era un dono che mi permetteva di convertire quell'energia negativa in un atto creativo, non era importante il senso che avesse il tutto, semplicemente era qualcosa che sentivo di fare.
Era il primo giorno senza calima, uscii di casa senza pensarci e senza avere una chiara coscienza di dove fossi. Tutto fluì e trovai subito un passaggio per scendere al porto. La vidi da lontano arrivare in una macchina che la portò direttamente sotto la nave. Cominciai a correre verso di lei urlando il suo nome e sventolando il braccio con il cuore racchiuso nella mano. L'uomo che l'aveva accompagnata mi guardò sorridendo. Riuscii a raggiungerla e le diedi il cuore salutandola...tutto qui. Il suo amico si propose di riaccompagnarmi.
Fu da quel piccolo gesto, da quella sensazione di regalare un cuore a quella donna, che l'isola divenne per me "lo specchio del mondo". Quell'uomo, oltre a diventare un caro amico, mi aprì le porte dell'isola, mi fece conoscere non solo i segreti e gli angoli più belli dell'isola, ma persone che mi fecero conoscere altre persone e me stessa. Da quella piccola sensazione ascoltata si era aperto un mondo.
  Ogni posto è una miniera...basta solo ascoltare il cuore e fare un piccolo passo.


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