OLTRE LE NUBI




Il vostro essere interiore altro non è che un cielo vuoto.
Le nubi vanno e vengono,
i pianeti nascono e scompaiono,
le stelle sorgono per poi morire,
e quel cielo interiore rimane intatto,
identico a se stesso, immacolato, limpido.
Quel cielo interiore è chiamato Sakshin, il testimone,
ed è quella la meta della meditazione.
Entra in te e godi di quel cielo interiore.
Ricorda: tutto ciò che puoi vedere, non sei tu.
Puoi vedere i tuoi pensieri,
dunque non sei i pensieri.
Puoi vedere i tuoi sentimenti,
dunque non sei i tuoi sentimenti.
Puoi vedere i tuoi sogni, desideri, i ricordi, le immaginazioni, le proiezioni,
dunque non sei nulla di tutto ciò.
Vai avanti, elimina tutto ciò che sei in grado di vedere.
E un giorno sorgerà un istante incredibile,
l'istante in cui non resterà più nulla da scartare.
Tutto ciò che può essere visto è scomparso.
Solo il veggente rimane.
Colui che vede è il cielo vuoto.
Conoscerlo rende liberi da ogni timore,rende ricolmi d'amore.

Durante un ritiro ero seduta su una panchina guardando il cielo. C'era questo cielo blu, limpido e immacolato, e ogni tanto qualche nube bianca lo attraversava.
E' ovvio che non era la prima volta che guardavo il cielo, ma mi sembrava di avere una nuova consapevolezza. 
Questa frase tornò dentro di me "...il vostro essere interiore altro non è che un cielo vuoto"  e guardando il cielo mi dissi " è proprio vero, la nostra mente, il nostro essere profondo è come un cielo blu..." ma più che una costatazione mi sembrava di "comprenderlo" pienamente, di sperimentarlo.
Le nubi mi sembravano i pensieri, i condizionamenti, tutto ciò che c'è in quel cielo in realtà non è nostro, è frutto della cultura, di ciò che abbiamo sentito, ascoltato, letto, di ciò che abbiamo imparato a scuola, nella nostra famiglia, anche di ciò che abbiamo sperimentato ma che comunque non appartiene al presente che stiamo sperimentando, alla realtà del momento.
"...Ricorda: tutto ciò che puoi vedere, non sei tu". Le nubi mi sembravano tutto questo, quei pensieri che ogni tanto attraversano il cielo, a volte sono bianche, altre grigie, altre quasi nere, a volte sono piccole, a volte grandi, a volte il cielo è più limpido, quando siamo sereni, allegri, altre è completamente coperto, a volte le nubi restano per più ore, giorni, altre per poco tempo, ma il cielo puro e limpido resta sempre li.
"....Le nubi vanno e vengono, i pianeti nascono e scompaiono, le stelle sorgono per poi morire, e quel cielo interiore rimane intatto, identico a se stesso, immacolato, limpido" .
Per cui, perché dovrei dare tanta importanza a qualcosa che non è mio? A qualcosa che in un modo o nell'altro ha la natura di "sorgere e cessare"?
Leggerlo è semplice, ma sperimentarlo richiede tempo e pazienza.
Dopo di ciò andai in sala di meditazione. Mentre ero seduta sentii una grande negatività invadermi, è incredibile vedere come la mente generi negatività. Pensavo cose negative di me stessa. Quando ad un certo punto mi distaccai e cominciai ad osservare. Vidi quella negatività come delle nubi grigie che invadevano la mia mente e, nel momento in cui le osservai, mi resi conto che non erano reali perché nella realtà del momento, nel presente, non stava accadendo nulla, quindi erano una creazione della mente. Quando le vidi per quelle che erano scomparvero, smisi di identificarmi.
Certo, la negatività non è andata via tutta, abbiamo anni e generazioni di condizionamenti alle spalle, ma possiamo imparare a non identificarci, quella negatività, quei pensieri, non siamo noi.
Ora quando ho dei pensieri negativi riesco a riconoscerli più rapidamente, ad osservarli, ad interromperli prima che prendano troppo piede. Quando sorge un pensiero negativo, ma anche positivo, mi dico "non è mio, non sono io" quando sorge tristezza o anche felicità cerco di ricordare che "passerà", senza per questo non viverla o evitarla. Ma avendo la consapevolezza che passerà smettiamo di identificarci o di volere che passi in fretta o che duri.
E mi i viene sempre in mente la frase che disse una volta di un monaco buddhista:
"Tutti i fenomeni hanno la caratteristica di sorgere e cessare. Con la cessazione c'è pace".
Se riusciamo ad integrare questo pensiero nella nostra vita, allora sorge la pace.
Ci vuole tanta pratica, attenzione e pazienza. Ci vuole l’intenzione, l’impegno e la voglia di risvegliarsi da una condizione di sofferenza per rimanere saldi in noi stessi, per non lasciarci condurre completamente dalla mente e da istinti biologici, per poter sviluppare l’equanimità e godere del presente e della realtà così com'è.

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